
Tipi di personalità
Esistono tratti di personalità che predispongono alla malattia organica? Questa domanda ha dato luogo a una discreta mole di ricerche sull’argomento, che già dalla fine degli anni ’50 hanno cercato di mettere in relazione determinati “stili di personalità” con la tendenza ad andare incontro, nel corso dell’esistenza, a patologie cardiovascolari e oncologiche. Lo scopo di queste ricerche era quello di evidenziare delle caratteristiche comuni ai soggetti affetti da tali malattie, per cercare in qualche modo di prevenirne l’insorgenza e orientarne il trattamento.
PERSONALITA’ DI TIPO A. Fu descritta nel 1959 da Friedman & Rosenman ed è predisposta alle malattie cardio-cardiovascolari. Si tratta di un complesso di comportamenti ed emozioni riscontrabili in persone che si sentono cronicamente in lotta, in quanto tendono a raggiungere quanti più obiettivi nel minore tempo possibile, e si contrappongono costantemente alle persone che pongono ostacoli alle loro intenzioni.
Questa costellazione di emozioni e comportamenti costituiscono un vero e proprio stile, un modello, che il soggetto adotta automaticamente per fronteggiare le esigenze di un ambiente che lui “percepisce” come antagonista e che è intenzionato a controllare.
L’ostilità è la componente che più caratterizza il “tipo A”, che viene in luce nelle situazioni di frustrazione, in cui il soggetto ha la sensazione di non riuscire ad “avere il controllo” che vorrebbe, sia sulle proprie azioni sia sull’ambiente che lo circonda. Studi più recenti hanno scoperto un’associazione positiva di questo tratto di personalità con la malattia periferica delle arterie (Deary et al., 1994; Julkunen et al., 1994) e con l’ipertensione (Jamner et al., 1993).
PERSONALITA’ DI TIPO B. Alla personalità di “tipo A”, solitamente si contrappone la “Personalità di tipo B”, alla quale appartengono individui tendenzialmente più sereni e rilassati: essi percepiscono il risultato del loro lavoro come appagamento, ricevendone emozioni positive. Sembrano proprio l’immagine speculare dei tipi A, ma non per questo si tratta di persone meno sveglie e produttive: sono semplicemente caratterizzate da meno eccessi, minore tensione e, invece, più pacatezza nell’adattamento alle esigenze dell’ambiente.
PERSONALITA DI TIPO C. Negli anni ’80 alcuni studi hanno mostrato l’emergere, ora più netto ora più sfumato, di alcune caratteristiche di personalità ricorrenti, che hanno portato all’elaborazione di un modello di personalità definito di “Tipo C” o “Cancer-prone personality”. Si caratterizza da una tendenza comportamentale caratterizzata da un insieme specifico di atteggiamenti (accondiscendenza, conformismo, passività, scarsa assertività), tratti emozionali (tendenza a reprimere le emozioni: in particolare, rabbia e aggressività) e “locus of control” esterno (Phares 1957). La continua repressione emotiva si tradurrebbe, in questi soggetti, in un’iperattivazione ripetuta del sistema neurovegetativo che, a lungo termine, porterebbe alla compromissione dell’efficienza della risposta immunitaria. Quindi, la personalità di “tipo C” si differenzia da quella di “tipo A” per la tendenza a reprimere le emozioni, invece di esprimerle apertamente e in maniera incontrollata.
PERSONALITA’ DI TIPO D. Un altro profilo di personalità, definito verso la fine degli anni ’90, che si ritiene possa predisporre alle malattie cardiocircolatorie è la personalità di “Tipo D”; essa è associata a persone che provano spesso emozioni “negative” (depressione, ansia, rabbia) e tendono a reprimerle cronicamente. La descrizione del “tipo D” corrisponde a quello che comunemente appare come un individuo cronicamente stressato, pervaso da preoccupazione e insicurezza, in preda a sentimenti di tensione, ansia, rabbia e, soprattutto, tristezza. Nei comportamenti, questa persona tende ad essere inibita, insicura in presenza di altre persone, è poco assertiva e non ha molta propensione alla conversazione: la sua strategia è il ritiro.