
Depressione, Psicosomatica, Rabbia
Rabbia e depressione peggiorano la guarigione delle ferite
Recentemente su Brain, Behavior and Immunity, la rivista leader della ricerca in campo psiconeuroimmunologico, un lavoro realizzato dal gruppo dei coniugi Glaser dimostra un allungamento dei tempi di guarigione delle ferite in persone che hanno più difficoltà a gestire la rabbia.
Quasi cento persone, volontariamente, hanno accettato di ricevere sull’avambraccio non dominante una piccola ferita prodotta dai medici dell’Università dell’Ohio. Dopo di che, ogni giorno per i successivi otto giorni, sono stati monitorati per verificare i tempi di guarigione. Al tempo stesso, i partecipanti sono stati sottoposti a test di misurazione della rabbia e della sua espressione, nonché a esami biologici di misurazione del cortisolo, il principale ormone dello stress. Le conclusioni sono state che chi ha un minore controllo della rabbia ha anche più elevati livelli di cortisolo e un allungamento dei tempi di guarigione della ferita. Lo stress, quindi, altera il sistema immunitario e ritarda il rimarginarsi delle ferite.
Uno dei primi studi che ha documentato questo fenomeno risale al 1995 nel quale, sempre i coniugi Glaser, hanno indagato i tempi di guarigione di una ferita negli stessi soggetti in due situazioni diverse dal punto di vista dello stress.
Le cavie volontarie sono state, come spesso accade, studenti di medicina, ai quali è stata praticata una piccola ferita sul palato durante la sessione di esami e un’identica ferita durante le vacanze. Il tempo di guarigione della ferita durante gli esami è stato superiore del 40 per cento rispetto al tempo registrato in vacanza. Questo studio però ha aperto nuovi problemi. Infatti in esso non si è registrato un incremento del cortisolo che spiegherebbe il ritardo.
Nel 2007, lo stesso gruppo di ricerca ha pubblicato un nuovo lavoro su Psychosomatic Medicine in cui si conferma, in un campione di circa 200 studenti universitari volontari, che la depressione ritarda i tempi di guarigione delle ferite sperimentalmente indotte. Anche in questo caso, però, non si è registrato un aumento del cortisolo.
La spiegazione che i ricercatori avanzano è che i meccanismi di guarigione di una ferita nella mucosa (tale è quella procurata sul palato) sono diversi da quelli della cute. La mucosa è molto più sensibile all’infiammazione e le persone depresse hanno livelli più elevati di produzione di sostanze infiammatorie.
Questo eccesso di infiammazione spiega il ritardo nella guarigione, ma da dove viene l’infiammazione? Essa verrebbe da un eccesso di attivazione del sistema nervoso simpatico e da un deficit del parasimpatico, che, come sappiamo, è il sistema del rilassamento antinfiammatorio, le cui fibre innervavano abbondantemente la mucosa della bocca.
Quindi, un supporto psicologico è consigliabile nei casi di depressione conclamata, di tono dell’umore basso e di difficoltà nella gestione della rabbia, qualora ci si debba sottoporre ad operazioni chirurgiche, in particolar modo d tipo odontoiatrico.
Una corretta gestione degli stati emotivi può ridurre i tempi di guarigione e favorire un benessere totale, sia sul piano fisico che mentale.
Quasi cento persone, volontariamente, hanno accettato di ricevere sull’avambraccio non dominante una piccola ferita prodotta dai medici dell’Università dell’Ohio. Dopo di che, ogni giorno per i successivi otto giorni, sono stati monitorati per verificare i tempi di guarigione. Al tempo stesso, i partecipanti sono stati sottoposti a test di misurazione della rabbia e della sua espressione, nonché a esami biologici di misurazione del cortisolo, il principale ormone dello stress. Le conclusioni sono state che chi ha un minore controllo della rabbia ha anche più elevati livelli di cortisolo e un allungamento dei tempi di guarigione della ferita. Lo stress, quindi, altera il sistema immunitario e ritarda il rimarginarsi delle ferite.
Uno dei primi studi che ha documentato questo fenomeno risale al 1995 nel quale, sempre i coniugi Glaser, hanno indagato i tempi di guarigione di una ferita negli stessi soggetti in due situazioni diverse dal punto di vista dello stress.
Le cavie volontarie sono state, come spesso accade, studenti di medicina, ai quali è stata praticata una piccola ferita sul palato durante la sessione di esami e un’identica ferita durante le vacanze. Il tempo di guarigione della ferita durante gli esami è stato superiore del 40 per cento rispetto al tempo registrato in vacanza. Questo studio però ha aperto nuovi problemi. Infatti in esso non si è registrato un incremento del cortisolo che spiegherebbe il ritardo.
Nel 2007, lo stesso gruppo di ricerca ha pubblicato un nuovo lavoro su Psychosomatic Medicine in cui si conferma, in un campione di circa 200 studenti universitari volontari, che la depressione ritarda i tempi di guarigione delle ferite sperimentalmente indotte. Anche in questo caso, però, non si è registrato un aumento del cortisolo.
La spiegazione che i ricercatori avanzano è che i meccanismi di guarigione di una ferita nella mucosa (tale è quella procurata sul palato) sono diversi da quelli della cute. La mucosa è molto più sensibile all’infiammazione e le persone depresse hanno livelli più elevati di produzione di sostanze infiammatorie.
Questo eccesso di infiammazione spiega il ritardo nella guarigione, ma da dove viene l’infiammazione? Essa verrebbe da un eccesso di attivazione del sistema nervoso simpatico e da un deficit del parasimpatico, che, come sappiamo, è il sistema del rilassamento antinfiammatorio, le cui fibre innervavano abbondantemente la mucosa della bocca.
Quindi, un supporto psicologico è consigliabile nei casi di depressione conclamata, di tono dell’umore basso e di difficoltà nella gestione della rabbia, qualora ci si debba sottoporre ad operazioni chirurgiche, in particolar modo d tipo odontoiatrico.
Una corretta gestione degli stati emotivi può ridurre i tempi di guarigione e favorire un benessere totale, sia sul piano fisico che mentale.
BIBLIOGRAFIA:
Kiecolt-Glaser JK1, Belury MA, Andridge R, Malarkey WB, Glaser R. Omega-3 supplementation lowers inflammation and anxiety in medical students: a randomized controlled trial. From Brain, behavior and immunity (2011).
Kiecolt-Glaser JK1, Belury MA, Andridge R, Malarkey WB, Glaser R. Omega-3 supplementation lowers inflammation and anxiety in medical students: a randomized controlled trial. From Brain, behavior and immunity (2011).