
L’intelligenza emotiva (IE) è “la capacità di motivare se stessi, di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione, di modulare i propri stati d’animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare, di essere empatici e di sperare” (Goleman, 1996).
A divulgare il concetto di IE fu Daniel Goleman (1996), psicologo, scrittore e giornalista scientifico per il New York Times, circa 20 anni fa, il quale affermò che il solo Quoziente Intellettivo (QI) non determina il successo, la soddisfazione personale e il benessere di una persona. Secondo una ricerca di Canergie Institute of Technology, per esempio, l’85% del successo (in particolare economico) di una persona è legato a caratteristiche che non hanno a che fare con la sua preparazione accademica, quanto piuttosto con capacità relazionali.
L’IE è un insieme di specifiche capacità (consapevolezza e padronanza di sé, motivazione, empatia e abilità nelle relazioni interpersonali) fondamentali per ogni essere umano, che possono essere educate e sviluppate da chiunque, indipendentemente dall’età, sesso, nazionalità, ceto sociale, cultura, credo religioso, diventando così competenze emotive e sociali.
Goleman dimostra come una carenza di questa capacità intellettuale crea le basi per una vita vissuta all’insegna delle paure esistenziali, della frustrazione, del dolore, dell’insuccesso in ambito affettivo, professionale e personale (Goleman, 1996).
Perché incrementare le abilità di Intelligenza Emotiva?
1. Riduce l’ansia
L’ansia è il risultato di una condizione di insicurezza. Sintonizzarsi sui propri sentimenti, dunque, permette di sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e avere più controllo sulla situazione che si sta vivendo. Identificare e valutare le proprie emozioni, infatti, è il modo più efficace per poterle gestire. Entrare in contatto con le proprie emozioni permette di prendere decisioni migliori nei momenti di difficoltà, cosa che, a sua volta, riduce il rischio di trovarsi in una spirale di situazioni ansiogene.
2. Migliora l’autostima
L’intelligenza emotiva è legata a doppio filo all’autostima. È difficile, infatti, sentirsi bene con se stessi, quando non ci si conosce. Quando accresciamo la nostra intelligenza emotiva, invece, contribuiamo anche a una positiva valutazione del nostro io. Essere onesti con se stessi, infatti, permette di considerare obiettivamente i propri punti di forza, le qualità, ma anche i lati deboli e le strategie per migliorarli.
3. Si impara a gestire le emozioni negative
L’intelligenza emotiva ci aiuta a non essere preda delle nostre emozioni. Ad esempio, capita spesso che ci si arrabbi al lavoro. Ma dare sfogo alla propria rabbia nel momento in cui sale può essere altamente controproducente. Per gestire le proprie emozioni negative, il vecchio consiglio di fare un profondo respiro e di contare fino a dieci è uno fra i migliori che si possono dare perché aiuta davvero a sintonizzarsi su una modalità meno reattiva. Se la rabbia non passa, meglio rimandare la conversazione e lo stesso vale se la persona adirata è il nostro interlocutore.
4. Aumenta il desiderio di costruire relazioni soddisfacenti con altre persone
Riconoscere le emozioni delle altre persone è un esercizio altrettanto importante per migliorare la propria intelligenza emotiva. Non da ultimo, è anche un modo per semplificare l’esistenza, soprattutto nel caso di un conflitto. Ad esempio, quando ci si scontra, le persone si mettono sulla difensiva. Validarle, ovvero dimostrare che le si comprende è una forma di comunicazione che aiuta ad abbattere le barriere. Una volta sperimentata questa modalità comunicativa verrà naturale metterla in atto quando necessario e questo migliorerà la predisposizione, l’apertura e l’empatia verso le altre persone.
5. Incrementa la capacità di rialzarsi dai momenti difficili
Infine, l’intelligenza emotiva ha a che fare anche con la capacità di rimettersi in piedi, con la possibilità di trasformare esperienze e situazioni negative in una palestra di vita. Ad esempio provare a trovare punti di vista alternativi ogni volta che mi trovo in una situazione difficile abbatte le probabilità di sentirsi sconfitti da tali situazioni. Come ci si allena a questo modo di pensare? “L’importante è porsi le domande giuste. Chiedersi: Cosa posso imparare da questa esperienza? Oppure: In che modo questa può essere un’opportunità?
Bibliografia:
Goleman D. Emotional Intelligence. Why It Can Matter More than IQ- Learning, 1996 – ERIC.
Goleman D. Intelligenza Emotiva. Che cos’è e perché può renderci felici. 2013 – Bur Rizzoli.
http://d.repubblica.it/attualita/2014/11/28/news/battere_lo_stress_con_i_sentimenti_emozioni_intelligenza_relazioni-2388568/