Quello che mi dico, mi aiuta? Come il dialogo interiore influenza il nostro stato d’animo.

Vi siete mai chiesti cosa determina il nostro stato d’animo?

Molti ritengono che l’umore sia qualcosa di casuale, governato dal carattere e influenzato poi da eventi esterni, come ad esempio il meteo, presenza/assenza di discussioni, giornate lavorative più o meno stressanti, ecc. Ma è proprio così? Siamo completamente in balia degli eventi esterni senza poter decidere come sentirci?

Beh, no. Possiamo decidere in qualsiasi momento come stare.

Ci sono diversi fattori che influiscono sullo stato d’animo. Ad esempio le convinzioni profonde nei confronti della vita e delle persone hanno un forte impatto emotivo, a cui si aggiunge il grado di benessere fisico che si sperimenta in quel particolare momento, più una serie di altri fattori tra cui spicca, assumendo un peso davvero importante, il dialogo interiore. In inglese si chiama self talk, ovvero tutto ciò che dici a te stesso, a voce alta oppure solo nella testa.

Con noi stessi parliamo continuamente. A volte queste “voci” sono tutte nostre, a volte sono le voci di persone che hanno rivestito un ruolo importante nel passato: genitori, insegnanti o chiunque sia stato significativo per noi nella nostra infanzia e adolescenza.
Spesso ci parliamo senza rendercene conto, perché è un’attività a cui siamo così abituati che ormai non ci colpisce più, tranne quando cominciamo a usare parole o toni che in qualche modo hanno grande impatto sul nostro stato emotivo. Dirsi continuamente “sei un/a cretino/a!” oppure “non ce la farai mai!” pensate ci aiuti a sentirci meglio o ad agire per perseguire un obiettivo dando il meglio di noi? Purtroppo no. Non ci motiva, ci fa stare sempre peggio e finiamo per convincerci che sia realmente così: anche se sono solo parole prodotte dalla nostra mente le diamo per vere.

Se vogliamo diminuire il disagio provato bisogna  iniziare “smantellando” ciò che c’è di negativo nel nostro modo di pensare. Chiederci da dove arrivino le voci interiori, i nostri pensieri più radicati, le nostre convinzioni e credenze più salde, che diamo per scontate, è sicuramente utile, ma lo è ancora di più decidere di modificarle o abbandonarle. Siamo noi che conduciamo il gioco.

Rendersi conto che siamo i soli responsabili del nostro dialogo interno ci permette di scegliere se seguire quello che ci suggerisce, se ci è utile, o meno, se ci fa star bene o male e se modificarlo, in modo diverso, ogni volta che vogliamo.

Ecco qualche consiglio pratico:

  1. Prendere coscienza del proprio dialogo interno. Questo semplice fatto è il primo passo da gigante per prendere in mano le redini della propria vita. Chiedetevi quindi: “Cosa mi dico spesso? Sono cose positive o negative? In fondo, cosa provo quando me le dico?”
  2. Fate caso in quali situazioni (di disagio) emerge la voce interiore. Iniziare a notare cosa ci passa per la mente in determinate situazioni è utile per comprendere cosa è importante per noi e perché abbiamo così paura che qualcosa vada male.
  3. Riconoscere che talvolta il dialogo interno è utile, e che altre volte è restrittivo e inappropriato e stabilire se ci sta spingendo in una direzione che ci fa star bene o ci fa star male. Pensate: “Sono solo parole che mi dico. In questo momento, è utile che mi dica questo? Mi aiuta ad ottenere quello che voglio?”
  4. Come sempre non può mancare l’autococcola. Diciamoci “Bravo/a!” più spesso.

Liberamente tratto da: http://depressioneansia.blogspot.it/2009/11/il-dialogo-interno-pillole-di-auto_10.html