
Pregiudizi e stereotipi. Quali sono quelli sugli psicologi?
“Anteporre un giudizio alla conoscenza, ti fa essere vittima, vittima di un pregiudizio”.
Stephen Littleword
I pregiudizi esistono, e non è possibile negarli, ognuno di noi ne ha ed è davvero difficile staccarsene. Ma non impossibile!
In psicologia, un pregiudizio è un’opinione preconcetta concepita non per conoscenza precisa e diretta del fatto o della persona, ma sulla base di voci e opinioni comuni. E’ quindi un giudizio immotivato, generalmente negativo, senza avere una ragione sufficiente per sostenerlo. Un pregiudizio può essere considerato un atteggiamento e come tale può essere trasmesso socialmente, e ogni società avrà dei pregiudizi più o meno condivisi da tutti i suoi componenti.
Tra i tanti oggi ho voluto riportarvi i pregiudizi e stereotipi legati allo psicologo che spesso mi sono trovata ad affrontare. Proverò ad esaminare questi luoghi comuni nel tentativo di sfatare i miti che spesso influenzano il giudizio delle persone verso questa categoria professionale e, di conseguenza, limitano la possibilità di chiedere aiuto quando ce ne sarebbe bisogno.
Se vai dallo psicologo sei matto.
Lo psicologo, nella maggioranza dei casi, ha a che fare con persone che si trovano in momenti di difficoltà, mentre sono generalmente di competenza di un medico psichiatra le patologie gravi ed estremamente invalidanti (psicosi, schizofrenia..). Andare da uno psicologo è comune e normale, è un modo di prendersi cura di se stessi e del proprio benessere. Volersi bene e cercare di stare meglio non è “pazzia”.
Non ho bisogno dello psicologo, mi basta una pillola.
Gli psicofarmaci sono utili in alcune patologie come gravi depressioni o ansia eccessiva, sono fondamentali per riacquistare un certo equilibrio, ma non è la sola cura. Intanto è opportuno non affidarsi al “fai da te” ma rivolgersi ad un medico psichiatra o neurologo (non solo dal medico di base!) e può essere molto utile parlare parallelamente con uno psicologo per comprendere le radici del proprio malessere. Spesso psichiatra e psicologo collaborano con competenze diverse per il benessere dei pazienti.
Come può aiutarmi se non ha vissuto le mie stesse difficoltà?
Quest’idea si basa sul pregiudizio che per essere accanto a qualcuno e aiutarlo a comprendere e a risolvere la sua situazione, sia necessario averla vissuta. Gli psicologi hanno una sensibilità più accentuata rispetto a certe dinamiche e il loro significato, che li rendono capaci di comprendere in profondità la sofferenza e il disagio dei propri pazienti. Il nostro interesse non è giudicare ma aiutare nel miglior modo possibile.
Lo psicologo è perfetto. Non deve avere problemi, altrimenti come può aiutare gli altri?
Secondo voi esistono persone perfette? Decisamente no. Anche lo psicologo, in quanto essere umano, è imperfetto e limitato. Non è una divinità, né un mago o un santo. È assolutamente normale che uno psicologo abbia dei problemi. E’ fondamentale però che in terapia, sia consapevole dei suoi problemi e sappia tenerli sotto controllo, in modo da comprendere quando essi cominciano a interferire con l’efficacia del lavoro svolto con il paziente. La maggior parte degli psicoterapeuti si sottopone a una psicoterapia personale per conoscere meglio se stesso e i propri limiti. Crediamo nel cambiamento perché siamo i primi ad aver attuato un percorso interiore di miglioramento.
Lo psicologo mi legge nella mente e mi farà il lavaggio del cervello
Lo psicologo non è un chiaroveggente o un mago e quindi non ha poteri soprannaturali per leggere nella mente del paziente. Tutto quello che il terapeuta può comprendere è quello che il paziente decide di mostrare di sé, con il linguaggio verbale o non verbale. Lo scopo ultimo di un terapeuta non è di curiosare nella vita del paziente, ma di aiutarlo a comprendere se stesso nella sua vita. Inoltre, lo psicologo non ha l’intento di manipolare né di sottomettere la volontà dei suoi pazienti: il paziente non viene obbligato a fare niente che non voglia realmente affrontare. Lo psicologo aiuta il paziente a dare una nuova lettura ai propri eventi di vita e fornisce strumenti per agire il cambiamento.
Voglio farcela da solo: non sono mica un debole!
Ecco un altro dei pregiudizi più quotati dalle persone: devo farcela da solo, altrimenti sono un debole, un mezzo uomo. Se osserviamo la distribuzione statistica degli accessi alla psicologia in Italia, è evidente che le donne si avvicinano più facilmente alla richiesta di sostegno/aiuto psicologico rispetto agli uomini. Da un punto di vista sociale e culturale la richiesta d’aiuto di una donna è più accettabile rispetto a quella di un uomo. Però, la progressiva acquisizione di consapevolezza di sé e delle proprie capacità, guidati appunto da un esperto, porta al cambiamento e ad una nuova qualità della vita. In tutti, uomini e donne.
Perché devo pagare uno psicologo? Mi basta parlare con un amico.
La presenza di persone care, di cui ci fidiamo e che ci comprendono, è di estremo conforto per ognuno di noi. Avere una cerchia salda di confidenti è sano e necessario per un sereno vivere. Parlare con un amico, infatti, può alleggerire dubbi o aiutare a placare il malessere di alcuni momenti, ma difficilmente potrà aiutarci se ci sono problemi più profondi. L’aiuto che può fornire uno psicologo è diverso da quello di un amico: non ci darà consigli, ma ci aiuterà a comprendere le radici dei nostri problemi e a trovare alternative più sane e più consone ai nostri bisogni attuali. La sintonia e l’empatia che si creano tra paziente e terapeuta sono potentissimi e fondamentali ai fini di un cambiamento, ma sebbene questa intimità sia molto profonda, non si può pensare che il terapeuta sia un nostro amico. È invece una persona e un professionista sinceramente interessato alla persona che si trova davanti che richiede il suo aiuto.
Concludendo, è importante sottolineare che un pensiero diventa pregiudizio solo quando resta irreversibile anche alla luce di nuove conoscenze. Quindi, alla luce di ciò che ho provato ad esprimere, la pensate ancora così sugli psicologi?!