
Perché gli anniversari e le festività influenzano il nostro umore?
Il Natale si avvicina e come ogni anno ci ritroviamo a dover pensare ai preparativi delle cene, i menù, gli acquisti dei regali, ecc. Molte persone vivono questi momenti con gioia, ma il più delle volte provocano solamente l’insorgenza di sentimenti di tristezza e di umore depresso.
Perché sembra che tutti siano felici e invece molte persone non sperano altro che passi il più presto possibile?
Razionalmente è difficile comprendere il perché: finalmente ci sono le ferie tanto attese, ci si può riposare, dedicarsi agli hobbies prediletti che la mancanza di tempo della routine lavorativa obbliga ad accantonare, si possono vedere amici e parenti con più agio e godersi i regali che sono arrivati.
Nonostante ciò cominciano a insorgere emozioni di tristezza, svogliatezza, irritabilità, nervsismo o ansie che fanno angosciare e stare male.
Gli autori che hanno studiato approfonditamente questo fenomeno, sia a livello clinico che di ricerca empirica, gli hanno dato il nome di “reazione agli anniversari” (Hilgard, 1953/1959; DCPR – Porcelli e Rafanelli, 2010).
Ecco alcune possibili spiegazioni:
I bilanci personali di fine anno
Una prima considerazione, può essere fatta sul senso del tempo che passa: le festività e le ricorrenze scandiscono le stagioni da sempre, fin da quando eravamo bambini, e ci ricordano che un anno è passato. Ma ogni anno che passa non ci si vede uguali all’anno precedente e il confronto con noi stessi rispetto a come eravamo un anno (o anni) prima è facilitato.
Questa valutazione inevitabilmente può avere un impatto sull’umore: se partivamo con delle aspettative elevate di cambiamento o progetti/scopi da realizzare, è probabile che ci si senta demoralizzati nel vedere, a fine anno, che ciò che desideravamo non si è realizzato o lo è stato solo in modo parziale. Focalizzarsi solo su ciò che NON si è raggiunto è sempre rischioso, perdiamo immediatamente di vista ciò che di positivo c’è stato.
Il Natale non è lo stesso senza di lui/lei
Purtroppo, più passano gli anni, e più la probabilità di perdere qualche caro aumenta. Talvolta anche incidenti o gravi malattie possono portare alla scomparsa improvvisa di una persona amata. Questo rende ogni genere di festività difficile da sopportare e inevitabilmente sottolineano la mancanza di quella/e persona/e.
L’elaborazione del lutto non è un processo immediato, prevede 4 fasi, l’ultima delle quali consiste nell’accettazione della perdita. Quindi stati depressivi post-lutto sono completamente normali. Solitamente ci vogliono mesi o anche un anno per arrivare a tale accettazione e riprendere con la propria quotidianità in un modo più sereno. Qualora permanessero sentimenti depressivi dopo anni dalla scomparsa, è necessario parlare di “lutto complicato”. In tal caso, parlarne con uno psicologo può essere di aiuto.
Parenti serpenti
Il più delle volte non si ha molta voglia di festeggiare le ricorrenze perché significa dover riunire l’intera famiglia. Questo può spesso aumentare la probabilità di conflitti, oppure il cercare di mascherare ad ogni costo le proprie difficoltà per evitare interrogatori o dita puntate contro la nostra inadeguatezza. Se le riunioni familiari vengono affrontate così, la probabilità di sentirsi senza forze, depressi e apatici è elevata. Mettere una maschera di apparente “normalità” e “felicità” spesso ci costano molto di più in termini di stress emotivo e fisico, proprio perché richiede l’impiego di energie che evidentemente in quel momento non abbiamo a nostra disposizione. Il timore delle discussioni o liti, d’altra parte, può portarci ad evitare le festività o a desiderare di poterlo fare. Quante volte poi una vocina dentro di noi ha detto: “Non puoi! Devi esserci anche tu!” creando un conflitto interno e sensi di colpa e/o di rabbia per non avere alternative.
C’è una soluzione a tutto ciò?
Nel primo caso, quando arriverà il fatidico momento del bilancio annuale complessivo provate a fare un elenco di ciò che avete fatto di positivo. E se non avete raggiunto quegli obiettivi che vi eravate prefissati provate a rivederli, magari è stato saltato qualche step per il raggiungimento. E per l’anno che verrà provate a porvi delle aspettative più realistiche: è meglio metterci più tempo ma pianificare al meglio i nostri scopi al fine di aumentare la probabilità di successo.
La perdita di un caro, invece, sicuramente non può essere colmata facilmente. Però provate a creare nuove tradizioni. Le fratture possono anche essere viste come nuovi inizi.
Infine, per chi ha una famiglia di difficile gestione, ricavare del tempo per voi e fare qualcosa che davvero vi piace e rilassa può essere d’aiuto per bilanciare lo stress che potrebbe arrivare a breve. Di famiglia ne abbiamo una sola ed è difficile evitarla, proviamo a prendere ciò che di positivo ha da dare.
Bibliografia
Hilgard JR (1953). Anniversary reactions in parents precipitated by children. Psichiatry 16: 73-80.
Hilgard JR (1959). Anniversaries in mental hillness. Psyhiatry 22: 113-121.
Porcelli P. Rafanelli C. (2010). Criteria for psychosomatic resecarch (DCPR) in the medical setting. Curr Psychiatry Rep 12: 246-254.