Perché ci dà tanto fastidio ricevere una critica?

La principale ragione è che nella maggior parte dei casi vengono fatte in maniera “manipolativa”, con cattiveria gratuita, e non “costruttiva”, cioè con uno scopo utile. L’obiettivo della critica dovrebbe essere quello di far sì che la persona comprenda ciò che non ci è piaciuto del suo comportamento, in modo tale che non venga messo nuovamente in atto. Ma spesso ciò non avviene. Perché?
Partiamo prima di tutto dalla differenziazione tra una critica costruttiva da una manipolativa:

Una CRITICA MANIPOLATIVA intende provocare imbarazzo, senso di incompetenza, di ignoranza, di colpa e di ansia generica fini a se stessi.

Una CRITICA COSTRUTTIVA, invece, è tesa al miglioramento, al benessere o all’aiuto dell’altro, anche se possono suscitare senso di colpa, ansia generica, senso di incompetenza e di ignoranza.

Esistono alcune caratteristiche principali delle critiche manipolative:
1- colpiscono la persona nel suo insieme invece che nel suo singolo comportamento;
2- risvegliano senza giusta motivazione idee negative o distorte che una persona ha di sé;
3- generalizzano in modo errato utilizzando avverbi come “sempre”, “ogni volta”, “mai”, ecc.;
4- da un comportamento errato si deducono caratteristiche più generali della persona (es: “se arrivi in ritardo vuol dire che sei una persona inaffidabile”);
5- ostacolano o interrompono i tentativi di difesa;
6- ingigantiscono gli errori.

Queste tipologie di critiche sono molto frequenti, ad esempio in alcuni ambienti lavorativi o familiari, e rischiano di farci diventare troppo passivi o troppo aggressivi. Inoltre hanno un impatto diretto sulla nostra autostima, soprattutto se le critiche provengono da persone importanti (genitori o compagni) o persone che stimiamo molto.

Imparare a gestire queste critiche on è semplice, ma esistono delle strategie efficaci. Ve ne riporto alcune:

Persistenza: ripetere con insistenza la propria posizione e non perdere di vista l’obiettivo nella discussione;

Ammettere i propri errori: inutile tentare di nascondere qualcosa di evidente. Talvolta, anche quando non si ha torto totale conviene ammettere la propria colpa. Ognuno si prenda la sua percentuale di responsabilità;

Inchiesta negativa: quando qualcuno ci fa una critica generica del tipo “sei (sempre) svogliato” chiedete che cosa intende di preciso, cioè a quali situazioni specifiche si riferisce. E’ più facile controbattere quando abbiamo ben presenti le situazioni di riferimento;

Suddividere le critiche “complesse”: nella maggior parte dei casi si ha a che fare con critiche composte da tante frasi, ognuna con il proprio carico emotivo. Ad esempio, in una frase come “sei sempre il solito! Con persone come te non ci si può parlare! Porterai alla rovina la nostra famiglia” ogni singola parte può essere ridimensionata e discussa.

Validare le nostre emozioni e quelle altrui: solitamente la critica manipolativa viene fatta con l’intento più o meno conscio di ferire. Talvolta è evidente anche lo stato d’animo altrui. Lo stress, la stanchezza o situazioni problematiche possono influire negativamente facendo perdere i freni che controllano gli scoppi d’ira. E’ quindi importante validare lo stato d’animo dell’altro e far comprendere ciò che stiamo provando noi, ad esempio: “capisco la tua rabbia, ma dicendo così mi ferisci”;

Disarmare l’aggressività: in base alla situazione e alla persona che ci si trova di fronte si possono usare diverse strategie. L’ironia e la sdrammatizzazione spesso sono utili per smorzare subito i toni.

Non temete, quindi, di esprimere il vostro disappunto e il vostro parere. Nessuno è perfetto, anche coloro che vi criticano costantemente!

Bibliografia:
“Mi vado bene? Autostima e assertività ” di Michele Giannantonio. Erickson 2012.