Se avete una fobia, probabilmente siete consapevoli che è una cosa irrazionale, eppure non riuscite a controllare questa sensazione. Il solo pensare a ciò che vi fa paura può farvi provare una certa ansia e quando vi trovate effettivamente in presenza di quell’oggetto o in quella situazione il terrore è automatico e insostenibile. Questa esperienza è così pesante da condurvi ad evitarla in tutti i modi, danneggiando addirittura voi stessi o modificando il vostro stile di vita. Se soffrite di claustrofobia, per esempio, potreste rinunciare ad un lavoro molto ben retribuito perché dovete servirvi di un ascensore per raggiungere il vostro ufficio. Se avete paura dell’altezza, potreste farvi un’ora in più di guida per evitare di passare sopra un ponte.
Come si cura
Il trattamento delle fobie è relativamente semplice, se non complicato da altri disturbi psicologici, e prevede primariamente un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale di breve durata.
La cura delle fobie, dopo un periodo di valutazione del caso che si esaurisce in genere nell’arco del primo mese, passa necessariamente attraverso l’utilizzo delle tecniche di esposizione graduata agli stimoli temuti. Il paziente viene avvicinato in modo molto progressivo agli stimoli che innescano la paura, partendo da quelli più lontani dall’oggetto o situazione centrale (es. l’immagie di una siringa nuova per un fobico degli aghi o una scatoletta di mangime per un fobico dei cani). Il contatto con tali stimoli viene mantenuto finché inevitabilmente non subentra l’abitudine ed essi non generano più ansia. Solo a tal punto si procede all’esposizione ad uno stimolo leggermente più ansiogeno, in una gerarchia accuratamente preparata in seduta a priori. In questo modo, nell’arco di poche settimane, si riesce a salire sulla gerarchia fino ad arrivare a esposizioni molto più forti, senza suscitare mai troppa ansia nel soggetto e ripetendo ogni esercizio finché non è diventato “neutro”.
Tale procedura può spaventare molto le persone che soffrono di una fobia, poiché implica affrontare vis a vis l’oggetto o situazione temuta, ma se ben effettuata, con l’aiuto di un terapeuta, è assolutamente applicabile e garantisce un successo nel 90-95% dei casi nella cura della fobia.
In alcuni casi, per rendere più efficace il metodo, si insegnano al paziente strategie di rilassamento fisiologico e lo si invita ad utilizzarle poco prima di esporsi agli stimoli ansiogeni, in modo da facilitare la creazione di un nuovo condizionamento, in cui l’organismo associ rilassamento, anziché ansia, a tali stimoli.
Nel caso di fobie invalidanti è molto diffuso l’uso di farmaci ansiolitici “al bisogno”, per gestire l’ansia dovendo fronteggiare necessariamente certe situazioni temute (es. prima di prendere l’aereo). Tale strategia consente di sopravvivere all’evento, ma non ottiene altro che l’effetto di rafforzare la fobia.
Bibliografia:
Trattamento dei disturbi d’ansia. Guide per il clinico e manuali per chi soffre del disturbo di Andrews (2003). Centro Scientifico Editore.
www.ipsico.it/sintomi-cura/fobie-paura/