Che cos’è la paura?
È un’emozione molto potente e antica. Si prova quando vi è uno stimolo interno o esterno a cui è legato un senso di minaccia e pericolo. È un’emozione primaria che si è sviluppata con uno scopo adattivo per permettere la sopravvivenza di un individuo davanti a pericoli imminenti. La paura, infatti, si attiva molto rapidamente ed è associata ad un’intensa attivazione fisica. Ciò può essere spiegato dal fatto che davanti ad uno stimolo considerato come minaccioso, terrifico o di dolore la persona quasi istantaneamente deve essere pronta a mettere in atto un comportamento solitamente di attacco o di fuga. Per tale motivo l’organismo, in modo del tutto automatico, davanti ad uno stimolo minaccioso si prepara ad uno dei tre comportamenti di risposta alla paura:
- attacco;
- fuggo da essa per salvarmi;
- quando la paura è troppo intensa ed intollerabile crea una risposta di “freezing”: mi immobilizzo davanti alla minaccia.
Sintomi della paura
- Aumento del battito cardiaco per permettere alla persona di reagire più velocemente: il cuore aumenta la sua attività per aumentare il flusso del sangue ed inviare rapidamente zuccheri e ossigeno al corpo.
- Aumento della respirazione: i muscoli del corpo in tensione ostacolano l’espansione dei polmoni. Il ritmo del respiro cambia.
- Formicolii, sensazione di torpore, vampate di calore: l’aumento della pressione sanguigna viene percepito soprattutto alle estremità. Questa attivazione produce arrossamenti cutanei e calore a cui il corpo risponde raffreddandosi attraverso il sudore.
- Irrigidimento muscolare: tutti i muscoli tendono ad irrigidirsi, sono in tensione perché pronti a scattare se necessario.
- Pelle d’oca: la contrazione dei muscoli coinvolge anche i tessuti della cute.
- Offuscamento, ristringimento del campo visivo, vertigini: l’aumento della pressione può provocare una sensazione di stordimento e vertigine. La pupilla dell’occhio si dilata per favorire la messa a fuoco.
- Disturbi digestivi, nausea, disturbi addominali: la digestione si interrompe e le energie a essa deputate vengono utilizzate nell’attivare l’organismo contro il pericolo.
- Confusione, stordimento, assenza: la concentrazione si focalizza sul pericolo dissociando ogni altro pensiero. Si può percepire un’estraneità da sé.
Quando la paura diventa un problema?
Queste risposte sono adattive se si deve essere pronti e preparati a fuggire da un pericolo improvviso ed imminente. Diventano problematiche quando si provano davanti ad uno stimolo che di fatto non è associato ad un pericolo di vita ma associato ad un timore o una preoccupazione. Diventa anche problematico quando la paura invade il mondo della persona: in questi casi la persona continua a pensare a come evitare di provare questa emozione ed evita le situazioni che la generano. La paura è un’emozione molto spesso confusa con l’ansia.
Differenze tra paura e ansia
- La paura è scatenata da uno stimolo preciso e ben identificabile che ci raggiunge dal mondo esterno (ad esempio vedere un auto che improvvisamente invade la nostra corsia in senso opposto e ci si dirige contro). Come già detto, affrontiamo la paura con specifici comportamenti di attacco o fuga. Ed anche quando la paura assume la forma patologica di fobia (ad esempio, l’aerofobia cioè la paura di volare in aereo), esistono delle azioni difensive specifiche che si possono intraprendere per evitare che l’emozione si manifesti.
- L’ansia invece non è contraddistinta dall’effettiva presenza di uno stimolo scatenante nel mondo esterno (ad esempio, può essere scatenata dall’immagine di situazioni di pura fantasia che non si verificheranno mai o può anche manifestarsi senza che la persona riesca a identificare il pensiero scatenante). Abbiamo difficoltà ad affrontarla con una reazione specifica: la natura del pericolo è meno chiara ed è più difficile formulare una precisa azione di difesa. Nei casi estremi, come nel disturbo d’ansia generalizzato, la persona può anche non essere in grado di identificare un particolare pericolo che giustifichi la continua presenza dell’emozione negativa. Un altro caso particolare sono gli attacchi di panico in cui molto spesso la persona non riesce a capire che cosa scateni delle reazioni così intense e problematiche.
La persona molto ansiosa frequentemente può rimanere imprigionata anche in un rimuginio ininterrotto (il continuo pensare afinalistico) su una serie di pericoli ipotetici diversi, o sui sintomi provati. Proprio per questo motivo alcuni autori definiscono l’ansia come una “paura non risolta”.