
Nella terapia cognitivo-comportamentale la tecnica dell’ABC, descritta nei lavori di Ellis (1957) e successivamente da Beck (1975), è sicuramente la più famosa. E’ utile per aiutare il paziente a prendere coscienza di come si sviluppano i propri episodi emozionali, a partire da un evento che accade nel qui ed ora.
La struttura logica connessa alla tecnica ABC può essere immaginata come uno schema a tre colonne:
A – Activating event: identifica le condizioni antecedenti, gli stimoli, gli eventi, le situazioni.
B – Belief system: indica il sistema di credenze, il pensiero, il ragionamento, le attività mentali che formano il Bagaglio o la Base cognitiva dell’individuo.
C – Consequences: definisce le conseguenze di queste attività mentali ed identifica reazioni emotive e comportamentali (De Silvestri 1981).
L’aspetto centrale dell’interesse cognitivista per il funzionamento mentale riguarda la distinzione delle attività e dei processi cognitivi rappresentati e focalizzati dal B. Classicamente sono prese in considerazione le seguenti attività psichiche: immagini, inferenze, valutazioni, assunzioni personali, convinzioni, schemi.
I pensieri sono ipotesi che attengono alla presenza o assenza di condizioni fattuali, cioè di eventi attesi nell’A. Alcuni sono elaborati in modo quasi-automatico, e quindi il soggetto non è immediatamente cosciente, tanto che Beck (1975) li ha definiti pensieri automatici, oppure possono essere predizioni su ciò che accadrà, sta accadendo o è accaduto; ad ogni evento il soggetto attribuisce delle caratteristiche e delle cause, ma tali attribuzioni sono guidate dalla propria base conoscitiva.
A tutto questo segue un’emozione, C, derivante direttamente dal pensiero, e un comportamento che il soggetto mette in atto per far fronte a quanto ne consegue.
Le domande per elicitare un ABC, descritte da Neenan e Dryden (2006) sono le seguenti:
1. Qual era la situazione nella quale il problema si è manifestato? (A) Ad esempio: “ero a casa da sola”
2. Come ti è sentito/a? Che cos’hai fatto? (C emotivi e comportamentali) “Mi sentivo annoiata e triste, mi sono messa a piangere”
3. Cosa ti ha maggiormente disturbato/a in quella situazione? Quali cose dicevi a se stesso/a e pensavi e che hanno determinato il C? (B) “mi sentivo inutile, odio non avere nulla da fare, la mia vita fa schifo”.
Quindi, comprendere quali pensieri (B) si celino dietro le nostre emozioni, può aiutarci a non rimanere bloccati o in balia di esse. Apprendere la tecnica dell’ABC è un po’ come imparare ad andare in bicicletta: una volta che s’impara non si dimentica più.
La terapia cognitivo-comportamentale aiuta il paziente a riconoscere tali pensieri e, tramite tecniche mirate, terapeuta e paziente trovano delle alternative di pensiero (che verranno chiamati D) più funzionali.
Bibliografia:
Ellis, A. (1957). Rational psychotherapy and individual psychology. Journal of Individual Psychology, 13, 38-44.
Beck, A.T. Cognitive Therapy and the Emotional Disorders. Intl Universities Press, 1975.
Neenan, M., Dryden, W. (2006). Rational Emotive Behaviour Therapy in a Nutshell. Sage Publications.