Gestendo lo stress in chirurgia la ferita guarisce prima.

 

Essere ricoverati in ospedale per subire un’operazione di vario genere o anche solo andare dal dentista per effettuare un intervento di routine, può in molti casi generare ansia, paura e un forte stress. Fin da piccoli, si impara a temere gli ospedali e i medici, che spesso possono causare vere e proprie fobie.

Recentemente, alcuni studi hanno dato un peso scientifico a tale “stress pre-chirurgico” affermando che può addirittura aumentare i giorni di degenza in ospedale e i tempi di pieno recupero alle normali attività. Inoltre, aumenta il dolore post-operatorio con un maggiore consumo di farmaci analgesici ed aumenta le complicazioni post-chirurgiche, con un incremento della percentuale di rientri in ospedale e degli esiti infausti.

Ad oggi, salvo qualche lodevole eccezione in giro per il mondo, non ci si cura di questi aspetti, di solito giudicandoli reali ma secondari per l’esito dell’intervento. Eppure, sarebbe possibile inserire su larga scala la gestione dello stress pre-chirurgico se si tiene conto del fatto che oltre il 60% di tutti gli interventi è elettivo, cioè con tempi programmati.

C’è quindi tutto lo spazio per un intervento, competente ed efficace, di gestione delle emozioni che un intervento chirurgico, anche modesto, porta sempre con sé.

Un gruppo interuniversitario ha pubblicato su Archives of Surgery, rivista specialistica di chirurgia, un lavoro realizzato su 100 giovani e 100 anziani, maschi e femmine, che volontariamente avevano accettato di ricevere una piccola ferita sul palato duro. Il monitoraggio dei tempi di guarigione ha dimostrato che, ovviamente, le ferite dei giovani guariscono prima di quelle degli anziani, ma ha anche evidenziato che le donne sono più lente degli uomini a guarire, indipendentemente dall’età. Dopo 5 giorni, quasi il 40% degli uomini a fronte di meno del 20% delle donne è guarito. Differenze che tendono ad accorciarsi, ma non a sparire, anche al settimo giorno successivo alla ferita. Per spiegare il fenomeno si può pensare al ruolo antinfiammatorio del testosterone, ma anche alla maggiore prevalenza di depressione nella popolazione femminile rispetto a quella maschile.

 Tali studi dimostrano, quindi, che un competente sostegno psicologico e specifiche tecniche antistress potrebbero ridurre la paura, l’ansia, la rabbia pre- e post- intervento, aumentando le probabilità di un recupero veloce e senza complicazioni.

BIBLIOGRAFIA:

Koji Yamaguchi; Shuichi Kanemitsu; and the Kitakyushu Surgical Study Group. Surgeons’ Stress From Surgery and Night Duty: A Multi-institutional StudyArchives of Surgery, 2010; 0 (2010)