
Evento traumatico singolo e complesso, che differenza c’è?
Per evento traumatico si intende l’esposizione a un evento stressante, che minaccia la vita o l’incolumità propria e/o altrui, dal quale non ci si può sottrarre e che sovrasta le capacità di resistenza dell’individuo.
La differenza tra un’esperienza estrema e grave, ma non necessariamente patogena, e il trauma che ha un impatto psicologico, dipende proprio dalla capacità del soggetto di reagire in maniera efficace alla minaccia subita.
Gli eventi traumatici si possono distinguere in traumi singoli e complessi.
I traumi singoli sono eventi che hanno una durata limitata nel tempo, come un evento tragico improvviso (incidenti, catastrofi naturali, episodi singoli di violenza) e sono caratterizzati dall’alta intensità dell’evento e dalla mancata preparazione della vittima.
Invece, gli eventi traumatici complessi sono condizioni stabili di minaccia che perdurano nel tempo, al quale l’individuo non può sottrarsi e che hanno un effetto cumulativo (Liotti e Farina, 2011). Tali eventi provocano sentimenti di insicurezza, di impotenza e di inadeguatezza in chi li vive. Inoltre, possono influenzare la capacità dell’individuo di percepire la realtà esterna e le relazioni con gli altri a tal punto che il soggetto si sente continuamente violato perché sottoposto al ricordo, spesso improvviso e non controllato, dell’evento traumatico. I traumi complessi sono tipicamente di tipo interperersonale, come gli abusi e i maltrattamenti inflitti all’interno di relazioni che la vittima non può evitare (tortura nelle carceri o la violenza intrafamiliare).
Nonostante l’essere umano sia in grado di adattarsi e di sopravvivere agli eventi traumatici, i traumi complessi possono comportare un’alterazione dell’equilibrio psicologico, biologico e sociale. In età evolutiva possono provocare, oltre ai sintomi tipici del Diturbo Post Traumatico da Stress, difficoltà nell’adattamento all’ambiente interpersonale e nella costruzione dell’immagine di sé (nei casi più gravi dissociazioni tra gli stati dell’io e alterazioni dell’identità), deficit nella regolazione delle emozioni, impulsività e somatizzazioni a livello fisico.
La psicoterapia dei traumi complessi prevede un lavoro specifico sulle memorie traumatiche che non ha come scopo quello di far emergere un contenuto rimosso, ma prevede la rievocazione guidata delle memorie traumatiche attraverso la ricostruzione e l’assimilazione delle diverse componenti frammentate (emotiva, sensoriale, motoria, cinestesica, cognitiva), per permetterne l’integrazione nella narrazione autobiografica del paziente ed evitare o mitigarne l’effetto disorganizzante.
Per tali obiettivi sono risultate efficaci tecniche specifiche come quelle mindfulness, di grounding, terapie sensomotorie e l’EMDR.
L’intervento prevede, infine, la riflessione sui significati attribuiti all’evento traumatico in passato e sulla loro influenza nel presente, lavorando anche su possibili significati alternativi dell’evento.
Bibliografia:
“Sviluppi traumatici. Eziopatogenesi, clinica e terapia della dimensione dissociativa” di Liotti Giovanni e Farina Benedetto, 2001, Cortina Raffaello.